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Scout CNGEI Sez. di Reggio Emilia

- 03 Ottobre

“Anche se si spegne la luce, si tratta solo di un interruttore”

Com’è stato il 25° World Scout Jamboree?
Bellissimissimo…
Ciao sono Alice e ho avuto l’incredibile opportunità di partecipare al 25° World Scout
Jamboree che si è tenuto quest’anno in Corea del Sud.
Mi hanno chiesto di descrivere una delle esperienze più incredibili che abbia mai fatto, come
se fosse facile racchiudere tutto ciò che mi ha permesso di fare il Jamboree in poche parole;
però insieme al mio reparto “prospettiva ottimista”, con cui ho condiviso questa esperienza,
ci abbiamo provato a dare una risposta e la parola che è saltata fuori è stata “inaspettato”.
Inaspettato perché finché non eravamo al jamboree ci siamo riempiti di aspettative, abbiamo
iniziato a fantasticare su cosa ci aspettava e su come sarebbe andata questa avventura anche
se alla fine nessuno di noi si sarebbe mai immaginato di vivere un’esperienza del genere, così
bella da sembrare surreale, che è andata ben oltre le nostre aspettative.
All’inizio credevo che il jamboree volesse dire semplicemente viversi 12 giorni di puro
divertimento invece ho scoperto che è un pacchetto molto più ampio, che comprende
campetti, viaggi, conoscenze, aspettative, avventure, crescita, amicizie, sfide, una marea di
emozioni e tanto altro ancora.
È stato tutto incredibile, dal viaggio della speranza per arrivare in Corea, durato la bellezza di
due giorni, fino alla cerimonia di chiusura, dove lo stadio di Seul, che contava più di 50.000
scout al suo interno, si illuminò di luci e sorrisi.
In quel contesto era bello tutto, ogni singola cosa, anche la più banale e semplice attività
diventava divertente, condivisa con tutte quelle persone. Ho avuto modo di fare attività
bellissime come il labirinto gigante o la battaglia con i gommoni, ma riuscivo a divertirmi,
anche se cancellavano le attività per il caldo estremo, semplicemente facendo i giochi ad
acqua con i ragazzi coreani, oppure giocando a calcetto con i ragazzi nigeriani, o andando
dopo cena ai dei sottocampi random per ballare con ragazzi provenienti da tanti altri paesi.
Uno degli aspetti più significativi del Jamboree è stata l’opportunità di interagire con ragazzi
e ragazze di diverse nazioni che mi hanno fatto conoscere le loro lingue, culture, religioni e
storie, e scoprire che nonostante venissero dall’altra parte del mondo condividevano
comunque gli stessi miei valori scout.
Un giorno bellissimo è stato il cultural day che mi ha permesso di conoscere a pieno la storia
degli altri paesi e di assaggiare i loro piatti, ma soprattutto mi ha permesso di condividere in
primis la mia di cultura, facendo assaggiare la pasta e facendo ascoltare canzoni tipiche
italiane a chiunque venisse al nostro sottocampo.
Una cosa che mi ha insegnato questa esperienza è che anche se si spegne la luce, si tratta solo
di un interruttore.
Sapete, mi è capitato spesso che qualcosa non andasse a gonfie vele durante questo viaggio,
ad esempio: la paura per il viaggio in aereo, la stanchezza, un’alimentazione diversa dalla
nostra tutti i giorni, l’arrivo del tifone ma sapete come si sono concluse tutti questi eventi?
con un sacco di risate. Questo mi ha insegnato il :Jamboree a essere serena anche nelle
difficoltà.
Sono veramente grata di aver vissuto questa esperienza magica con persone straordinarie, che
sapevano confortarmi con un semplice abbraccio quando la malinconia di casa si faceva
sentire e con cui ho trascorso momenti stupendi, condividendo serate passate a parlare sotto
le stelle, fuochi, notti in tenda, balli, viaggi e molte altre avventure. Del resto non conta cosa
fai ma con chi lo fai, così come ci disse il nostro capo reparto “il Jamboree siamo noi, non il
luogo in cui ci troviamo”.
È stato stupendo poter andare dall’altra parte del mondo e raccontare a tantissime persone,
qualcosa di me, della mia storia e del mio fantastico reparto “Top Gun”, che mi ha sempre
sostenuto e aiutato durante tutto questo percorso.
Il mio percorso jamboree è durato la bellezza di un anno e sapete, mi viene da ridere ogni
volta che mi guardo indietro e penso a quando ancora non sapevo se avrei avuto modo o no di
realizzare un sogno; non vi nascondo che un po’ mi dispiace che questa avvenuta sia giunta al
termine, anche se a dire il vero finché ci saranno i ricordi nulla smetterà di esistere e rimarrò
per sempre al momento in cui mi dissero “Welcome to 25° World Scout Jamboree”.
Infine una parola per racchiudere tutta questa avventura l’ho trovata l’ultimo giorno a
Incheon, quando l’ambasciatore italiano ci chiese cosa avremmo portato a casa dopo questa
esperienza e io senza pensarci due volte gli dissi: un bel sorrisone.

Alice Galati